Artigianato sociale cosa significa. Intervista a Koko El Kartonero

Artigianato sociale cosa significa. Intervista a Koko El Kartonero

Il Natale si avvicina, iniziano a fiorire i vari mercatini di Natale e in questi anni ne ho visitati alcuni, sia sulle mie colline che nel nord Italia.
In alcuni di essi ho trovato delle bellissime realtà, soprattutto di artigianato con funzione sociale.

Questo tipo di artigianato si rivolge ad un pubblico molto sensibile su varie tematiche, che possono andare a toccare la sfera ambientale con un riutilizzo di oggetti o materiali in modo nuovo e creativo, al lavoro di persone con disabilità intellettive o fisiche.
La mia curiosità è nata in questi mesi, soprattutto perché ho visto alcune facce nuove, e ho percepito un cambiamento vicino al parco dove di solito passo la mia pausa pranzo.

Artigianato sociale cosa significa. Intervista a Koko El Kartonero

COME HO CONOSCIUTO L’ARTIGIANATO SOCIALE DI KOKO

Vi racconto questa storia; per circa un mese ho visto vari pulmini del comune fare la spola e riportare alle varie sedi i ragazzi.
Questo mi ha spinto a chiedermi il perché di questo fermento, specialmente in un paese di poche centinaia di persone.
Cosa sarà successo per create tanto fermento?

Questa era la domanda principe che mi girava nella testa, poi il tempo passa e la cosa si sopisce, ma si sa quando un pensiero “cova”, a volte è solo il preludio di un grande incendio.
Passano le settimane e per caso incontro il sindaco del paese, il quale mi racconta entusiasta di questi ospiti e del lavoro che sta facendo con i ragazzi delle scuole.
E chi sono io per non andare a chiedere e capire chi e come è arrivato qui in questo paese sperduto dell’appennino emiliano?

Quindi presa da una sana curiosità sono andata a conoscere questo artigiano sociale, che lavora soprattutto con i ragazzi, ma anche con gli anziani della casa di casa della carità locale e i ragazzi con
disabilità.

Artigianato sociale cosa significa. Intervista a Koko El Kartonero

CHI E’ KOKO EL KARTONERO

Vi presento Tito Jorge Burgoa Arnez, noto anche come “KokoElKartonero”.
E’ lui che ha portato una ventata di novità qui ne nostro piccolo comune e che ha iniziato a far prendere coscienza a tutti i piccoli, e di conseguenza anche ai grandi, delle potenzialità del cartone nella creazione di arredi da casa.

Si lo so state tutti pensando ai letti che ci hanno fatto vedere gli atleti che hanno partecipato alle olimpiadi di Parigi 2024.
Onestamente anche il mio pensiero è volato ai vari vide che vedevo qualche mese fa, ma posso assicurare che questi sono molto più resistenti e comodi (se ci metti un materasso normale).

Partiamo con le presentazioni.

Elisa: Nome?
Koko: Tito Jorge Burgoa Arnez, ma per tutti Koko.
Elisa: Nazionalità?
Koko: Boliviana.
Elisa: Professione?
Koko: Artigiano sociale, la mia missione è far capire a tutti che siamo interconnessi e che riciclare è meglio che buttare, ma soprattutto assieme possiamo essere molto più forti che singolarmente e non conta essere belli o con buone capacità, perché anche se siamo diversi o forse anche un pochino lenti, se lavoriamo con un obbiettivo uguale siamo forti.
Elisa: Come possiamo trovarti?
Koko: Attraverso i social io ne ho molti e ti lascio qui tutti i miei così non ti perdi nulla.

KOKO EL KARTONERO KOKOINSTAGRAM KOKOYOUTUBE

Elisa: Altra domanda che secondo me è fondamentale … come sei arrivato qui a Viano, per me è un pochino strano, pensando che siamo famosi come città della meccatronica?
Koko: Si, effettivamente io ho girato gran parte del Sud America portando la mia filosofia del riuso del cartone per produrre oggetti di arredamento che possano sopportare pesi importanti.
Però ad un tratto ho pensato che forse mi stavo limitando, quindi ho preso contatto con varie associazioni in Europa e ho iniziato a girarla.
Ma arrivato il Covid mi sono dovuto fermare come tutti, quindi i miei contatti si sono affievoliti.
A inizio 2024 ho deciso di lanciare una challenger sui social: “arredare in 1 mese uno spazio vuoto, con mobili fatti di cartone”.
Questo appello è stato raccolto da Sara una ragazza della zona e dopo un primo incontro mi ha presentato il sindaco, il quale non solo è stato molto positivo, ma in pochi giorni ha organizzato un’incontro con un’associazione di Viano e Federica per capire se potevano darmi la loro piccola palestra che non era utilizzata in quel momento.
Detto fatto nell’arco di una settimana ho avuto questo spazio e ho potuto iniziare a lavorare sui vari complementi.
Naturalmente mentre ero impegnato a costruire ho anche iniziato a fare vari video che ho poi caricato sul mio profilo YouTube, così da poter continuare a documentare la mia challenger.

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Elisa: Da dove arriva la tua passione?
Koko: Dai miei genitori che mi hanno insegnato a condividere, e a non essere avaro, si devo molto alla mia famiglia, in particolare a mio papà.
Elisa: Filosofia, lo so è abbastanza complicato ma prova a spiegarmi perché sono molto curiosa?
Koko: Io arrivo con uno zaino e un taglierino, qualche vestito, il mio scopo è far vedere alla comunità che si può iniziare da zero.
Creare con quello che per gli altri è uno scarto qualcosa di utile, anche per rispettare la nostra made terra, che noi chiamiamo la nostra “Pacia Mama”.

Condividere non solo le risorse, ma anche la conoscenza, io sono cresciuto in un ambiente dove si condivideva con tutti.
Nella nostra cultura questo messaggio è veicolato dalla “Vuipala”, che consiste in 7 quadrati di 7 colori differenti messi a scacchiera e rappresentano il risveglio della coscienza ecologica e sociale.
Almeno è questo il messaggio che voglio portare alle persone che incontro.
Questo sempre in considerazione che io metto dentro ai miei mobili dei pezzettini di cartone di diverse dimensioni, ma che se uniti possono essere molto forti e sostenere pesi incredibili.
Elisa: Qui a Viano ho visto che hai proposto un’iniziativa particolare di cosa si tratta?
Koko: Si è il Kausa Festival: un ciclo d’incontri con vari esperti per parlare e sensibilizzare sui temi ambientali e naturalistici.
Inoltre c’è anche qualche mio laboratorio aperto ai grandi per sensibilizzare sul tema del riuso, naturalmente.

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Elisa: Ultima cosa, che può sembrare una nota stonata ma questi complementi d’arredo possono essere comperati?
Koko: Certamente io non voglio fare profitto, ma devo poter sopravvivere, quindi li vendo anche
attraverso il mio sito, mi potete contattare e ci possiamo sentire e accordarci.
Elisa: Programmi per il futuro?
Koko: A partire da metà novembre sarò alla Casa di Carità, per vari progetti con gli anziani, per circa un mese, poi vedrò se tornare in Bolivia perché ho già 3 spazi da arredare o se rimanere in Europa.

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Considerazioni finali

E questo è tutto, lo so che ci sarebbe da riempire pagine e pagine su questo argomento, ma per chi volesse approfondire invito caldamente a seguire Koko sui suoi social.

Noi ti facciamo un grande viva il lupo e naturalmente seguiremo le tue attività sul sito e sui tuoi social.
A presto Eli

Articolo scritto da Eli

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