INTERVISTA A VALERIO MARRA (1)

Intervista allo scrittore Valerio Marra

Intervista allo scrittore Valerio Marra

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Ciao amici lettori, oggi incontriamo uno scrittore che sta facendo molto parlare di sé: Valerio Marra.

A dire il vero Valerio Marra non è solo uno scrittore ma anche docente di scrittura creativa, editor e agente letterario, ruoli che come rivelerà lui stesso riesce a conciliare benissimo.
Simpatico, disponibilissimo, sorridente e con un accento romano inconfondibile, ecco come ci accoglie.

INTERVISTA A VALERIO MARRA (1)

Intervista a Valerio Marra

A – Ciao Valerio, innanzitutto grazie per aver accettato di fare questa intervista, partiamo subito.
Tra le tante notizie su di te mi ha colpito il fatto che tu sia laureato in Scienze dell’Investigazione e Sicurezza.

Posso chiederti se questa preparazione così tecnica e specifica ti ha aiutato a rendere i tuoi romanzi più credibili?
V- Sicuramente una preparazione tecnica, in alcuni frangenti, può avermi aiutato. Come ovviamente ogni altra cosa che ho studiato o fatto nella vita. Diciamo che tutto è una somma di tutto.
Non mi piace pensare che ci sia una sola strada o un solo elemento che ti formi: è sempre un mosaico di esperienze, di studio, di errori, di tentativi.
Quindi sì, lo studio ha dato il suo contributo, ma fa parte di un “tutto” più grande.

A – Visto la tua passione per il mondo dei fumetti (sì, mi sono informata…), hai mai pensato di trasformare un tuo romanzo in una graphic novel?
V – In realtà non sono un grande intenditore di graphic novel, quello è il mio socio fraterno Diego Di Dio, che, tra l’altro, ha anche scritto e pubblicato un fumetto.
Personalmente, ho letto dei fumetti (soprattutto in passato), ma, se devo essere sincero, lascio volentieri la scena a chi ne capisce più di me!

A – La vita di ciascuno di noi è costellata di incontri fortunati. Ce ne racconti un paio dicendoci anche cosa conservi di loro nel tuo bagaglio personale?
V – Vorrei partire da un episodio apparentemente negativo. Dopo aver pubblicato il mio primissimo romanzo, andavo nelle librerie sperando di trovare qualche “alleato” tra i librai che esponesse, magari, il mio romanzo.
Accadde che il direttore di una nota catena romana (che adesso è stata acquisita da un’altra società) mi lanciò letteralmente il libro contro, dicendo: “cosa pensa di fare lei con il suo libraccio?”
Oggi, devo dire che questo episodio mi è servito tantissimo. Intanto, il direttore aveva ragione: era davvero un libraccio! 😊
Ma, a parte tutto, è stato un bagno di umiltà fondamentale per affrontare quello che poi si è rivelato il difficile mondo editoriale.
Paradossalmente, conservo ancora oggi un ottimo ricordo e una certa stima per quel libraio così severo.

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Un incontro assolutamente più piacevole, e oltremodo prezioso, è stato quello con il già citato mentore, amico, fratello, socio: Diego Di Dio.
Anche con lui (che era stato incaricato dalla casa editrice dell’epoca di editare il mio terzo romanzo) l’impatto è stato “devastante”. Dopo qualche settimana, mi inviò una mail con pagine e pagine di errori tecnici.
In quel momento avevo due scelte: trincerarmi nei “miei lettori”, che mi coccolavano l’ego, oppure mettermi completamente in gioco.
Dopo la solita iniziale resistenza (diciamo un classico “rifiuto della chiamata”, ogni riferimento al Viaggio dell’eroe non è voluto… o forse sì), ho scelto la seconda.
E se oggi sono arrivato dove sono arrivato, lo devo in gran parte a lui.

A – Editor, agente letterario di successo, insegnante di scrittura, e infine scrittore. Come fai a conciliare tutto senza conflitti e in quale ruolo ti senti più a tuo agio?
V – Devo dire che mi sento a mio agio in ogni ruolo, anche se sono cose molto diverse tra loro. Non è detto che un bravo scrittore sia anche un bravo editor, o viceversa.
Lo stesso vale per l’agente. Conflitti, per il momento, non se ne sono mai creati, nemmeno quando ho diretto delle collane editoriali. Il vero problema è la gestione del tempo.
E infatti dormo pochissimo! 😄

A – Questa è una curiosità squisitamente da libraia: quando entri in una libreria osservi i libri più dal punto di vista del lettore, dello scrittore o da addetto ai lavori?
V – Vorrei tanto rispondere “da lettore”, ma purtroppo non è più così semplice. Ormai, anche solo vedendo la copertina, già sto analizzando target, edizione, editor, direttore di collana, casa editrice, riferimenti… insomma, una tragedia! 😄

A – Il Covid ha fatto un po’ da spartiacque in tutti i settori, compreso quello editoriale. Ci racconti in breve come è cambiato il panorama editoriale dopo la pandemia?
V – Il Covid, per molti, è stata una bella batosta. Personalmente, proprio in quel periodo, il mio romanzo La donna del lago era nei primi posti delle classifiche, io giravo parecchio l’Italia e si parlava addirittura di una serie Netflix… insomma, ero sulla cresta dell’onda.
Poi è arrivato il Covid e, come per tutti, i progetti si sono bloccati.
Il libro successivo, Una notte buia di Settembre, è uscito durante la pandemia e ha pagato il prezzo di quella situazione. Ho dovuto rimettermi in gioco, ripartire quasi da zero.
Oggi, a distanza di anni, ho notato che gli eventi live hanno subito un calo importante di pubblico. E poi, sì è vero: sono arrivati tantissimi manoscritti prodotti durante quel periodo… ma quelli, a dire il vero, non sono mai mancati, come tu ben sai!

A – Secondo te, quali sono gli errori che i nuovi autori dovrebbero evitare?
V – L’unica ricetta possibile, secondo me, è questa: leggere, studiare, scrivere. E poi ancora leggere, studiare e scrivere. E quando pensi di aver finito, ricominci da capo. Senza sosta.
Aggiungerei anche due ingredienti fondamentali: umiltà e relazioni umane. Gli errori sono fisiologici, non è un problema. Alla fine, bisogna solo imparare a “sbagliare meglio”.

A – Come si può capire se un corso di scrittura è “buono” senza incorrere in delusioni o fregature?
V – Paradossalmente, basterebbe guardare chi sono gli insegnanti, dove hanno studiato, e quali sono le loro referenze. Certo, non è facile.
Io per primo ho fatto scelte sbagliate in passato. Ma anche gli errori servono: tutto è utile e niente si butta via.
Mai.
Soprattutto gli errori.

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A – Secondo te c’è una minore attenzione alla cura del testo a favore di una maggiore immissione di titoli sul mercato?
V – Dipende. Il mercato dell’editoria è normalmente molto elefantiaco, poi, all’improvviso, diventa frenetico e convulso. E proprio in questa improvvisa frenesia, può capitare qualche scivolone.
Per questo punto a consegnare un testo quanto più possibile “pulito”, magari facendolo revisionare da professionisti di fiducia e approfittando dei momenti elefantiaci! 😄

A – Hai anche tu un manoscritto nel cassetto o, finito un libro, hai bisogno di una pausa totale?
V – Ho sempre avuto una certa frenesia di pubblicare. Sempre. Tranne per il mio prossimo libro, in uscita questa estate per PIEMME.
Questo manoscritto, che per me è la cosa più bella che abbia mai scritto – e probabilmente mai scriverò – è rimasto nel cassetto per oltre tre anni. È stato un bel viaggio.

A – Hai mai pensato di integrare i tuoi libri con contenuti multimediali come la musica? E quale sarebbe la tua tracklist?
V – Ci ho pensato alla musica, sì. Ma poi mi sono detto: se un lettore si rifugia in un libro proprio per staccare dalla tecnologia, e deve poi tirare fuori il cellulare per scansionare un QR code, che stacco è? 😄
Detto questo, amo la tecnologia e credo sia una risorsa. Sulla tracklist direi che dipende dal libro, ma per non sbagliare faccio il nome di un artista che va sempre bene: Ludovico Einaudi.

A – Non c’è il rischio di mortificare la voce autoriale a favore di una scrittura più standardizzata?
V – Il mercato cambia, i lettori cambiano, e anche noi autori dobbiamo cambiare. E poi, come diceva Rocky, se io posso cambiare, e voi potete cambiare… allora tutto il mondo può cambiare! Perfino gli scrittori. 😄

A – Quanto peso pensi possa avere la realtà virtuale e quale compromesso vedi possibile tra la penna di un autore e l’A.I.?
V – Ti dico la verità: osservo tutto questo a distanza e con un pizzico di timore. Non so se l’A.I. potrà mai replicare davvero la scrittura umana, ma una cosa è certa: dopo anni e anni di studio, un po’ di paura che mi soffi il posto c’è! 😄
Però, dai, finché riesco ancora a scrivere con le mie dita, mi godo la sfida.

A – Quanto è importante saper usare bene i social oggi?
V – Se potessi, cancellerei ogni mio profilo social! 😄 Non sono molto attivo, anzi: dicono che sono un boomer e che dovrei aggiornarmi.
Detto questo, è assolutamente importante esserci e farlo bene. Ogni cosa conta, ormai.

A – Quale libro hai sul comodino in questo momento e quale consiglieresti di leggere (oltre al tuo naturalmente)?
V – Ho appena iniziato Aspettami al caffè Napoli di Chiara Gily e mi sta piacendo molto. Il mio, invece, non lo consiglio! 😊
Consigliare un libro è una responsabilità, quindi vado sul sicuro: Il mostro di Capri del mio amico Diego Lama. Anche perché prima ho nominato Napoli, e ci sta a pennello.

A – Direi che per il momento è tutto, hai soddisfatto molte delle nostre curiosità di lettori, e non solo. Spero di poterti dare appuntamento molto presto sul blog per raccontare ancora di te e di tutte le tue novità
V – Grazie di cuore, Arianna! Le domande sono state davvero fantastiche, mi sono divertito moltissimo a rispondere.

INTERVISTA A VALERIO MARRA (1)

E voi, amici lettori, avete già letto qualcosa di questo scrittore? Il nostro consiglio è di correre in libreria a comprare tutti i suoi libri e vi ricordiamo che a luglio uscirà la sua ultima fatica, non possiamo spoilerarvi il titolo ma la aspettiamo con ansia!

Articolo scritto da Ary

I link dei libri sono affiliati Amazon

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