Emozioni in boccetta: Anastasia ci svela il mondo dei profumi

intervista anastasia

Ciao a tutti! Amici profumati, siete pronti a tuffarvi in un’intervista davvero speciale?

Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Anastasia, una grande appassionata di profumi.
Lei sì che sa come farci sognare parlando delle fragranze incantevoli della sua collezione!

In questa intervista, Anastasia ci svelerà i segreti del magico mondo dei profumi, ci dirà quali sono le sue fragranza preferite e ci racconterà di quanto sono importanti i profumi nella sua vita.

Siete curios* di scoprire di più? Allora non perdetevi questa imperdibile intervista!

Mettetevi comod* e preparatevi a viaggiare con il naso!

BIOGRAFIA DI ANASTASIA

intervista Anastasia ci svela il potere dei profumi

Sono nata vicino a San Pietroburgo 35 anni fa, e sempre a San Pietroburgo mi sono laureata in contabilità; poi a 23 anni mi sono trasferita in Italia per proseguire gli studi.
A Torino ho conseguito nuovamente la laurea triennale in Professioni Contabili, infine ho fatto praticantato da revisore e una specie di master per diventare commercialista.

Ma ho sempre saputo che questo lavoro sarebbe stata una prigione per me. Per questo ho smesso di lavorare con l’arrivo di mio figlio e adesso mi occupo principalmente di lui e della mia pagina profumata.

Sono comunque grata all’istruzione che mi ha insegnato a elaborare le informazioni.

INTERVISTA AD ANASTASIA

intervista Anastasia ci svela il potere dei profumi

La prima domanda è di sicuro la più banale, ma anche quella che forse più interessa chi ci legge.
Vorrei chiederti come è iniziato il tuo percorso all’interno del mondo della profumeria, quale è stata la scintilla che ha fatto scattare la passione?

In realtà l’olfatto è sempre stato per me un senso molto forte.
Da piccolina scambiavo cartoncini colorati con mia nonna quando ci salutavamo, che erano un po’ come delle piccole mouillettes che mi riportavano all’odore di casa sua – un po’ metallico e canforato – al profumo del suo cappotto.
Era come averla ancora con me.

Ai miei famigliari regalavo delle saponette a ogni festività, le compravo nel piccolo negozio del mio paese perché per comprare profumi sarei dovuta andare a San Pietroburgo, un centinaio di chilometri da dove abitavo.
Mia nonna le metteva in casa ma non le usava e mi diceva per scherzare “Non sono mica così sporca!”, ma per me quello era uno dei regali più belli perché ti faceva viaggiare.
Anche mia mamma aveva una piccola collezione di profumi, ma non mi piacevano perché troppo freddi, pungenti, floreali.

Ricordo Anais Anais, Miss Dior, Nude di Bill Blass.
Poi nel ’96 ha avuto Sottovoce di Biagiotti e quello invece mi è piaciuto: una tuberosa morbida, è stato il primo profumo del quale mi sono innamorata.
Quando si era abbonata a Cosmopolitan, spesso trovavamo dentro campioncini o pubblicità di profumi, e da lì è iniziato il mio “archivio olfattivo”: Angel, Organza, Dolcevita e tutti i classici designer.
Anche quando andavo a casa di amiche chiedevo se potevo sentire l’armadio profumato dei genitori… insomma, ho sempre cercato i profumi, ma ho iniziato da quelli che mi circondavano.

Immagino che ad oggi tu sia arrivata ad avere un bel numero di fragranze, ma ti ricordi quale è stato il primo profumo che è entrato a far parte della tua collezione? E l’ultimo acquistato?

La mia collezione attuale è iniziata circa sei o sette anni fa, perché prima spostandomi spesso non ne avevo una.

Credo che il primo profumo sia stato Dior Addict, quello scuro; i primi comprati coi miei soldi invece sono stati Dior Miss Cherie, Dior Addict Fresh e Dior Pure Poison.
Non tanto perché mi piacessero quanto perché erano una novità sul mercato.

Il mio primo stipendio lo spesi tutto così, trecento euro.
Anche in Russia avevo una mini collezione che dividevo un po’ con mia mamma; lei mi comprava i profumi di di Yves Rocher, ma avevo anche Ultraviolet di Paco Rabanne, che avevo preso a lei perché non le piaceva.

Un profumo che ho comprato e ricomprato e del quale ho cinque o sei backup è Forever and Ever di Dior, una fresia speziata con noce moscata in fondo.
Gli ultimi tre acquisti invece sono stati Magie Noire, vintage degli anni ’80; Click Song di Une Nuit Nomade che è una rosa cioccolatosa; e una vecchia edizione di Eau du Soir di Sisley, un chypre che mi fa impazzire.

Hai mai cambiato drasticamente idea su un profumo che all’inizio ti piaceva e dopo hai finito per detestare?
E sei più affascinata dalle fragranze che ti colpiscono immediatamente o ti intrigano i profumi più complessi, sfaccettati, quelli che hanno bisogno di tempo per essere capiti?

Sì, mi è capitato diverse volte per colpa di fake comprati al mercato per risparmiare quando ero ragazzina finissero per non più piacermi anche gli originali, ma per un semplice cambio di gusti invece no.

Quello che ho amato lo continuo ad amare. Ogni profumo è una storia a parte, ci sono profumi che mi affascinano subito, perché più comprensibili, con partenza più accesa; altri magari ho bisogno di indossarli, scaldarli sulla pelle.
Quando una fragranza ha un fondo complesso è proprio la pelle l’elemento necessario a tirarlo fuori, come nel caso dei chypre, che hanno una grande importanza mia vita.

intervista Anastasia ci svela il potere dei profumi

La classificazione delle fragranze, almeno per me, non è così facile come sembra, ho ancora alcuni punti oscuri.
Profumeria commerciale, designer, di nicchia, artigianale, indie… quali sono le principali differenze?

Le differenze sono ormai molto sfocate, artigianali e indie sono praticamente la stessa cosa.
Sono produttori indipendenti che fanno tutto da soli: dalla formula all’imbottigliamento, dalle etichette alla pubblicità, per arrivare alla spedizione.
Anche quando si parla di commerciali e designer spesso si intende la stessa.

Per me però la parola “commerciale” è un aggettivo che descrive la fragranza, se è facilmente vendibile, se piace a molti… Designer invece è quando una fragranza è prodotta sotto il nome di una casa di moda.
Tuttavia anche in questo caso ci sono sfumature da tenere in considerazione, ad esempio Naomi Goodsir è un brand fashion che fa profumi, ma sono concettualmente complessi e non ha canali distribuzione normali, quindi per me è da considerarsi nicchia.

Anche Tom Ford è chiaramente un brand designer, ma lancia trend ed è un passo avanti a tutti, e questo è un criterio tipico della profumeria di nicchia, quindi anche lui è un designer al confine.
Sisley fa profumi complicati che nessuno calcola, tiratura di pochi pezzi e anche qui sfocia nel criterio della nicchia, pur essendo designer.
Prima le differenze erano molto più marcate.

Spesso si sente parlare della “firma olfattiva” di un creatore, ci puoi dire brevemente cosa si intende per cifra olfattiva e magari farci qualche esempio sulla base della tua esperienza?

La firma olfattiva esiste ma ai consumatori non è sempre così evidente.
Ogni profumiere ha le sue basi lavorate e ha una fragranza che gli riesce particolarmente bene, ad esempio Julien Rasquinet fa un oud orientale come solo lui riesce a fare; Cecile Zarokian è la regina delle spezie; Grojsman va a braccio e ottiene accordi morbidi e vellutati; Jean Claude Ellena fa profumi leggeri e ariosi come fatti con l’uncinetto.

Ma il profumiere è multitasking, se gli chiedono una cosa precisa lui fa quella cosa.
Utilizza i colori della sua tavolozza per arrivare al prodotto finale richiesto dal cliente, un po’ come farebbe un cuoco.

Quali sono secondo te le caratteristiche che un buon profumo deve avere e quali invece quelle che non deve avere?

Un profumo può essere buono sia dal punto di vista soggettivo che oggettivo.
Una composizione può essere anche ruvida, traballante, poco armoniosa, ma se ha una scintilla al suo interno che colpisce la indosserò; tuttavia la valutazione oggettiva esiste.

Per giudicare dal punto di vista oggettivo bisogna prescindere dal proprio ego, cercare di capire perché quel qualcosa è stato fatto, in che contesto culturale si colloca, a chi è destinato quel tipo di fragranza, in quale paese ha più successo.
Ci sono tanti bellissimi profumi, bilanciati, ma senza fuoco interno, quella magia in grado di farti viaggiare, e poche composizioni lo sanno fare, portano emozioni vive e ti possono cambiare addirittura l’umore.

A me capita con le fragranze senza “sporcizia”, e non parlo del contenuto in sé, ma di tutto quello che ruota attorno al marchio.
Se il prodotto è fatto bene, a partire dalla storia del brand, passando per il flacone e il prezzo, fino ad arrivare ai canali di vendita.
Un insieme di cose, insomma.

Quindi sì, esiste una valutazione oggettiva ma la valutazione professionale non ha nulla a che fare con le valutazioni personali, anche profumi buoni possono risultare piatti, volare male, spezzarsi.
Un profumo tecnicamente fatto bene deve avere la giusta intensità, il giusto potere di diffusione e la giusta evoluzione.

Il mio rapporto con le profumerie fisiche è un po’ di odio-amore, quindi spesso mi ritrovo a comprare on line, rischiando anche qualche blind buy.
Tu preferisci l’acquisto classico oppure ogni tanto azzardi?

Raramente acquisto nelle profumerie fisiche e raramente mi trovo bene dal punto di vista umano.
Per me il venditore deve essere un bravo psicologo ma anche molto appassionato, dobbiamo viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda.

Ultimamente mi sono trovata bene in una profumeria di Torino che si chiama San Carlo, ma raramente compro il nuovo e a prezzo pieno.

Nei tuoi video utilizzi sempre un tono diretto e sincero che piace, facendo un tipo di divulgazione facilmente comprensibile…
Posso chiederti come ti sei costruita un bagaglio di conoscenze così ricco? Libri? Corsi? “Esperienza sul campo”?
E cosa consiglieresti ai neofiti che vogliono iniziare a conoscere questo mondo profumato?

Quello che consiglio a tutti è di annusare tutto quello che ci circonda, di descrivere gli odori collegandoli ad altri simili, ad esempio zucca e carota o zucca e melone.
Verbalizzare gli odori. L’odore esiste solo se ne parliamo. Dare forma a quello che sentiamo e scambiarci pareri su questo.

Parlando russo trovo tante fonti di informazione gratuite e ho tanti libri scaricati sul kindle.
Mi piace molto assorbire informazioni e ci sono molti blogger e giornalisti di madrelingua russa che condividono le loro esperienze gratis.

Segui più content creator italiani o stranieri? Ci consigli qualcuno in particolare?

Io cerco di seguire chi è professionista in questo campo, quindi chi mi può dare le informazioni.

Cito tra tutti alcune fonti: Aromablog – una storica delle fragranze –, Matvey Yudov – un chimico, ricercatore e direttore creativo che scrive molti articoli per Fragrantica spiegando la chimica con parole semplici – e Unfragranced.

Non essendo messa benissimo con l’inglese e il francese seguo canali prevalentemente in russo, ma anche perché la community italiana per queste cose è molto chiusa, le informazioni che si trovano sono solo a pagamento.

Qualche volta però qualcuno condivide, come Cristian Cavagna che una volta faceva una bellissima divulgazione su Tik Tok.
Altra cosa che consiglio per avere informazioni dirette è di scrivere ai rappresentanti dei brand, quindi di andare dritti alla fonte.

L’ultima domanda, che forse non poteva mancare, riguarda la tua recente esperienza a Esxence.
Ti chiedo un veloce bilancio, nel positivo e – se c’è – nel negativo e quali sono i brand che ti hanno colpita di più (e che forse ritroveremo nel tuo armadio profumato tra qualche tempo…).

Per me Esxence non è tanto un’occasione per conoscere brand, quanto piuttosto per vivere le esperienze che offre Osmothèque e seguire i workshop; ma purtroppo per colpa della mia timidezza non ho passato abbastanza tempo nell’area partner dove ci sono le riviste, le materie prime, i laboratori.
Non so, li ho visti un po’ chiusi…

Per me Esxence è rivedere persone come me e parlare di profumi insieme, confrontandoci sui vari brand. Parlando proprio di questo, tra quelli che mi hanno colpita di più, segnalo senza dubbio: Les Indemodables, Musicology e Agarthi, che mi è stato raccontato proprio dal direttore creativo Ermano Picco: era come se il racconto prendesse forma nelle fragranze.

Una cosa che potete recuperare tutti comunque sono i workshop su YouTube dove si parla dei trend, delle modifiche legislative, dei vari profumieri, tutte cose molto interessanti. Perché Esxence non è solo annusare allo sfinimento, o uno alla fine a forza di annusare sviene…

intervista Anastasia ci svela il potere dei profumi

CONSIDERAZIONI FINALI

Ringraziamo tantissimo Anastasia per questa fantastica intervista!
È stato un vero piacere chiacchierare con lei e scoprire il magico potere dei profumi e delle fragranze evocative.

Spero che questa intervista sia stata utile e interessante per tutti voi appassionati di fragranze.

Se siete curiosi di scoprire di più su Anastasia e le sue passioni profumate, non esitate a seguirla sui suoi canali social.

Il suo CANALE YOUTUBE e la PAGINA INSTAGRAM

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