Liminale, letteralmente, significa stare sulla soglia.
Una zona di transito tra ciò che non è più e ciò che non è ancora. Quella linea immaginaria che separa due dimensioni, ma che è percepibile dalla coscienza e che spesso crea inquietudine e disagio.
Possiamo parlare di liminale un po’ per tutto, compresi i profumi.
Il mondo della profumeria è un mondo di suggestioni e di concetti astratti e i profumi liminali giocano proprio su questa ambivalenza tra terrore e fascinazione.
Cercando di semplificare ancora di più il concetto, si parla (poco) di liminale in profumeria quando:
- Ci troviamo davanti a fragranze dalla piramide complessa e contrastante;
- La composizione ricrea sentori familiari del passato;
- Le note in piramide non corrispondono all’odore finale;
- Il profumo viene percepito dagli altri ma non da noi;
- Riproduce un’idea, un concetto non traducibile a parole;
- Rievoca paesaggi apocalittici, luoghi abbandonati, distopie.
I MIEI CONSIGLI: QUALI PROFUMI LIMINALI PROVARE
A City on Fire – Imaginary Authors
“A City on Fire” di Imaginary Authors cattura il contrasto tra fumo e ardore, evocando una scena notturna in una metropoli sotto assedio, tra scintille e tenebre.
Le note di catrame, legni bruciati e spezie come il cardamomo regalano una sensazione di mistero urbano. L’aggiunta di lampone bruciato sorprende: dolce ma lontano dall’innocenza, sembra trasportare in un momento sospeso tra incendio e quiete.
Questo profumo gioca con il confine tra fascino e pericolo, evocando una scena familiare ma aliena, come un film noir visto di sfuggita.
La liminalità qui è tangibile: evoca ricordi sfocati di sere elettriche e avvolte nel fumo, lasciando un’impronta indelebile e un pizzico di nostalgia indefinita.
È una fragranza che rivela il lato oscuro della città, rendendo palpabile una storia immaginaria.
Another 13 – Le Labo
“Another 13” di Le Labo è un invito al paradosso: luminoso e minimale, eppure magnetico e sfuggente.
Il profumo è costruito attorno all’ambroxan, un ingrediente che amplifica la pelle, quasi come se sussurrasse la sua essenza piuttosto che dichiararla.
Le note di muschio e sfumature legnose si fondono in un’atmosfera pulita e vellutata, che sembra dissolversi e poi riapparire.
C’è una vibrazione industriale e sintetica, ma morbida, come un’eco lontana di luoghi familiari, eternamente anonimi eppure intimi.
Another 13 sembra danzare sui confini tra umano e artificiale, svelando un profumo così vicino alla pelle da sembrare un’estensione naturale.
La sua liminalità risiede nella sua capacità di essere sentito e percepito solo a metà, come una figura eterea intravista con la coda dell’occhio.
The Ghost in the Shell – Etat Libre d’Orange
Ispirato all’iconico manga cyberpunk, “The Ghost in the Shell” di Etat Libre d’Orange esplora il connubio tra natura e tecnologia.
Accanto all’essenza di pelle sintetica, troviamo la pera, fresca e familiare, che si scontra con l’acetato di hedione, un componente fiorito ultramoderno.
Il contrasto ricorda una figura umana tra circuiti digitali, un richiamo al cuore pulsante sotto strati metallici.
Questo profumo vive nel limbo tra il naturale e il futuristico, come un’entità ibrida.
L’esperienza olfattiva oscilla tra il calore della pelle e il freddo di un laboratorio tecnologico, regalando una strana familiarità e disorientamento insieme.
Il tocco di yuzu aggiunge un sentore fruttato ma distante, sfuggente come un’idea appena catturata, che subito si dissolve.
Qui, la liminalità è una danza tra vita e simulazione, tra realtà e fantascienza.
Library – Solstice Scents
“Library” di Solstice Scents è un’immersione nostalgica, un incantesimo che rievoca l’odore avvolgente dei libri e delle biblioteche antiche.
Le note di pelle, legno di cedro e vaniglia affumicata creano un’atmosfera intima, come un rifugio segreto nella penombra.
Il profumo oscilla tra il familiare e l’inafferrabile, rievocando pagine ingiallite e il tocco polveroso dei tomi dimenticati.
C’è qualcosa di confortante e misterioso al tempo stesso: il sentore è quello di una biblioteca onirica che contiene volumi di storie mai scritte, ma che sembrano già note.
La liminalità di “Library” risiede in questa sensazione sospesa di tempo e spazio, come un luogo reale e allo stesso tempo immaginato, dove la memoria si mescola con il sogno.
Snowy Owl – Zoologist
“Snowy Owl” di Zoologist è un’immersione nelle foreste innevate, ma con un’eleganza sottile e quasi mistica.
Note di muschio, aghi di pino e accenni di latte fanno da contrappunto alla freschezza glaciale, creando un’atmosfera quieta e pacifica.
Il profumo evoca la vita selvaggia nel profondo dell’inverno, quando la neve avvolge ogni suono, lasciando solo il silenzio.
C’è una qualità eterea che lo rende un’esperienza contemplativa: il sentore di latte caldo e muschio invernale crea un contrasto tra calore e gelo.
La liminalità è tangibile in questa dualità, come un soffio di vento tra le nevi che nasconde ma lascia percepire la presenza di una creatura invisibile.
Snowy Owl resta sospeso tra il selvaggio e l’incantato, in un regno di silenzio irreale.
Memoirs of a Trespasser – Imaginary Authors
“Memoirs of a Trespasser” esplora il ricordo di terre lontane e avventure passate, sospese in una sorta di nostalgia esotica.
Con vaniglia del Madagascar, mirra e legno di guaiaco, trasporta in un luogo che è insieme antico e sconosciuto.
C’è una nota leggermente fumosa, come quella di un falò in lontananza, che sembra evocare racconti di viaggi mai fatti ma sempre sognati.
È un profumo che oscilla tra il familiare della vaniglia calda e le note più terrose e rarefatte, come un diario di bordo dal sapore onirico.
La sua liminalità emerge nella percezione di un tempo passato che non è mai accaduto, come un ricordo inafferrabile e immerso nella foschia.
Under My Skin – Francesca Bianchi
“Under My Skin” è un’esplorazione profonda e sensuale della pelle e delle sue storie.
Il profumo combina note di cuoio morbido, ambra e spezie, evocando il calore di una seconda pelle in una stanza semibuia.
La composizione è carnale e, allo stesso tempo, riservata.
La nota di muschio, unita all’iris, dona una fragranza ambigua e quasi ambivalente, un misto di intimità e mistero che sembra oscillare tra l’amore e la distanza.
La liminalità qui è palpabile: si sente qualcosa di estremamente personale, come un soffio di memoria o una presenza sfuggente appena sotto la superficie.
Fumidus – Profumum Roma
“Fumidus” è un viaggio tra le ombre e il fuoco, con un’intensa nota di whisky affumicato, vetiver e resina che evoca un rifugio montano avvolto dalla nebbia.
Questo profumo è una vera sinfonia di legno bruciato e muschio terroso, con una morbidezza che appare e scompare come il fumo.
Il whisky gli conferisce un lato confortante ma oscuro, come un amico di lunga data. Fumidus sembra appartenere a un mondo lontano.
La liminalità emerge proprio qui, nella sensazione di trovarsi sospesi tra il crepitio di un fuoco e l’eco della solitudine di una montagna.
Conclusioni finali
In conclusione possiamo dire che i profumi liminali ci buttano un po’ fuori dalla nostra comfort zone, creando una sorta di cortocircuito mentale ed olfattivo; ma allo stesso tempo ci permettono di scoprire lati inediti di noi stessi.
Sono fragranze che non piaceranno a tutti, che faranno anche storcere il naso a qualcuno, ma che sono sinonimo di libertà creativa e di sperimentazione.
Se anche tu hai provato qualche fragranza del genere o sei attratto da questa tipologia di profumi, faccelo sapere nei commenti, siamo pronti con carta e penna per prendere appunti!
Articolo scritto da Ary